Insieme di Vitali

In matematica, l'insieme di Vitali, che prende il nome dal matematico italiano Giuseppe Vitali, fornisce un esempio di sottoinsieme di R {\displaystyle \mathbb {R} } che non è misurabile da nessuna misura che sia positiva, invariante per traslazioni e sigma-finita (in particolare non è misurabile rispetto alla misura di Lebesgue). Per la costruzione dell'insieme di Vitali è indispensabile l'assioma della scelta.

La costruzione procede nel seguente modo:

  • Si definisce sui numeri reali dell'intervallo [ 0 , 1 ] {\displaystyle [0,1]} la seguente relazione di equivalenza: si dice che x {\displaystyle x} è equivalente a y {\displaystyle y} se la loro differenza è un numero razionale.
  • Si considera l'insieme di tutte le classi di equivalenza indotte dalla relazione appena definita. Queste devono essere una infinità non numerabile, poiché se fossero un'infinità numerabile avremmo che l'insieme [ 0 , 1 ] {\displaystyle [0,1]} stesso sarebbe numerabile (in quanto unione numerabile di insiemi numerabili).
  • Per l'assioma della scelta esiste un insieme che contiene esattamente un rappresentante di ogni classe, chiamiamolo V {\displaystyle V} : è l'insieme di Vitali.

Dimostrazione della non misurabilità dell'insieme V {\displaystyle V}

L'insieme di Vitali ha le seguenti proprietà:

  • Se lo si trasla di una quantità pari ad un qualsiasi numero razionale strettamente positivo, occuperà punti completamente diversi da quelli che occupava inizialmente. Più formalmente, l'insieme V {\displaystyle V} e il suo traslato V + q {\displaystyle V+q} sono disgiunti per qualsiasi q Q { 0 } {\displaystyle q\in \mathbb {Q} \setminus \{0\}} . Questo perché se per assurdo fosse V T q ( V ) {\displaystyle V\cap T_{q}(V)\neq \emptyset } , dove T q ( V ) = V + q {\displaystyle T_{q}(V)=V+q} con q Q { 0 } {\displaystyle q\in \mathbb {Q} \setminus \{0\}} , esisterebbero x , y V {\displaystyle x,y\in V} distinti, e quindi con ( y x ) Q {\displaystyle (y-x)\notin \mathbb {Q} } essendo rappresentanti di diverse classi di equivalenza, tali che y = T q ( x ) {\displaystyle y=T_{q}(x)} . Ma allora, y = x + q {\displaystyle y=x+q} , ovvero ( y x ) = q Q {\displaystyle (y-x)=q\in \mathbb {Q} } , che è assurdo avendo osservato che ( y x ) Q {\displaystyle (y-x)\notin \mathbb {Q} } per ogni x , y V {\displaystyle x,y\in V} distinti.
  • Dato un qualunque punto x [ 0 , 1 ] {\displaystyle x\in [0,1]} , questo apparterrà a qualcuna delle traslazioni V + q {\displaystyle V+q} con q Q {\displaystyle q\in \mathbb {Q} } : infatti x {\displaystyle x} apparterrà a qualcuna delle classi di equivalenza definite sopra, e dato che in V {\displaystyle V} c'è un rappresentante di ogni classe, allora in V {\displaystyle V} c'è un punto che dista da x {\displaystyle x} una quantità pari ad un numero razionale.

Dalle proprietà enunciate discende la non misurabilità di V {\displaystyle V} nel caso in cui la misura μ {\displaystyle \mu } verifichi le seguenti proprietà:

  • per ogni insieme A {\displaystyle A} si verifica l'invarianza per traslazioni, ovvero μ ( x + A ) = μ ( A ) {\displaystyle \mu (x+A)=\mu (A)} .
  • positività: μ ( R ) 0 {\displaystyle \mu (\mathbb {R} )\neq 0}
  • si verifica μ ( [ a , b ] ) < {\displaystyle \mu ([a,b])<\infty } per ogni a {\displaystyle a} , b {\displaystyle b} . Grazie all'invarianza per traslazioni, affinché valga questa condizione è sufficiente assumere che μ {\displaystyle \mu } è una misura sigma-finita.

Per dimostrare la non misurabilità di V {\displaystyle V} rispetto alla misura μ {\displaystyle \mu } si assume che sia definito il valore di μ ( V ) {\displaystyle \mu (V)} e si ricava una contraddizione con le ipotesi. Si consideri l'insieme ottenuto unendo tutte le possibili traslazioni di V {\displaystyle V} di numeri razionali compresi tra 1 {\displaystyle -1} e 1 {\displaystyle 1} . A tale scopo, si prenda inizialmente una enumerazione q 1 , q 2 , q 3 , {\displaystyle q_{1},q_{2},q_{3},\dots } dei razionali di [ 1 , 1 ] {\displaystyle [-1,1]} , e si definisca l'insieme:

U = ( V + q 1 ) ( V + q 2 ) ( V + q n ) {\displaystyle U=(V+q_{1})\cup (V+q_{2})\cup \dots \cup (V+q_{n})\cup \dots }

Si osserva che μ ( U ) < {\displaystyle \mu (U)<\infty } perché U {\displaystyle U} è un insieme limitato ( U [ 1 , 2 ] {\displaystyle U\subset [-1,2]} e quindi viene dalla terza proprietà di μ {\displaystyle \mu } ). Poiché U {\displaystyle U} è un'unione disgiunta di insiemi, per le proprietà delle misure si ha che:

μ ( U ) = μ ( V + q 1 ) + μ ( V + q 2 ) + + μ ( V + q n ) + {\displaystyle \mu (U)=\mu (V+q_{1})+\mu (V+q_{2})+\dots +\mu (V+q_{n})+\dots }

e per l'invarianza di μ {\displaystyle \mu } per traslazioni:

μ ( U ) = μ ( V ) + μ ( V ) + + μ ( V ) + {\displaystyle \mu (U)=\mu (V)+\mu (V)+\dots +\mu (V)+\dots }

ma poiché la quantità a sinistra dell'uguaglianza è finita, la relazione appena scritta implica che μ ( V ) = 0 {\displaystyle \mu (V)=0} , e quindi anche μ ( U ) = 0 {\displaystyle \mu (U)=0} . Si è osservato prima, tuttavia, che ogni x [ 0 , 1 ] {\displaystyle x\in [0,1]} si trova in uno dei V + q n {\displaystyle V+q_{n}} , quindi U {\displaystyle U} deve includere tutto l'intervallo [ 0 , 1 ] {\displaystyle [0,1]} . Ma allora, dalle proprietà delle misure, si ha μ ( [ 0 , 1 ] ) μ ( U ) {\displaystyle \mu ([0,1])\leq \mu (U)} e si è visto che quest'ultima è nulla, quindi μ ( [ 0 , 1 ] ) = 0 {\displaystyle \mu ([0,1])=0} e per l'invarianza per traslazioni si deve avere anche μ ( R ) = 0 {\displaystyle \mu (\mathbb {R} )=0} , il che contraddice le ipotesi su μ {\displaystyle \mu } .

Bibliografia

  • Horst Herrlich, Axiom of Choice, Springer, 2006, p. 120.
  • Giuseppe Vitali, Sul problema della misura dei gruppi di punti di una retta, in Bologna, Tip. Gamberini e Parmeggiani, 1905.

Voci correlate

  • Assioma della scelta
  • Insieme misurabile
  • Misura (matematica)
  • Paradosso di Banach-Tarski
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